Cerca
Close this search box.

Le mafie in Veneto nel tessuto economico e imprenditoriale

Venerdì 25 gennaio si è tenuto a Padova, presso la sala Paladin di Palazzo Moroni, sede del Municipio cittadino, il primo dei tre convegni organizzati dall’Associazione LIBERA Padova in collaborazione con VENETO RESPONSABILE e BANCA ETICA per approfondire il tema della presenza, anche in Veneto, della criminalità organizzata e di come questa riesca ad infiltrarsi nel tessuto economico, produttivo e finanziario.

Al convegno sono intervenuti Gianni Belloni, giornalista e scrittore, autore del libro “Come pesci nell’acqua – Mafie, impresa e politica in Veneto” (Donzelli, 2018), e Antonio Parbonetti, docente presso il Dipartimento di scienze economiche e aziendali dell’Università di Padova; il moderatore dell’incontro è stato Marco Lombardo, coordinatore provinciale dell’Associazione Libera.

Dagli interventi dei due relatori, e dalla discussione che ne è seguita, sono emersi elementi di grande interesse. Belloni ha descritto il contesto economico e politico del veneto, dove non sono certo mancati anche nel recente passato fenomeni di illegalità. Fra questi sono state ricordate alcune pratiche corruttive che hanno coinvolto il mondo delle imprese e della politica locale (fra tutte la vicenda del MOSE di Venezia), un atteggiamento auto-assolutorio rispetto alla messa in atto di comportamenti illegali o collusivi come l’evasione fiscale o l’economia sommersa che si accompagna spesso ad una narrazione politica “anti-statalista” che tende a delegittimare presso l’opinione pubblica il ruolo regolatore dello stato. Questo contesto, è la tesi di Belloni, ha contribuito a rendere il tessuto economico e sociale della nostra regione permeabile all’azione di gruppi criminali, anche quelli di matrice mafiosa. Ciò avviene anche con il supporto tecnico di alcuni professionisti locali compiacenti (commercialisti, avvocati, operatori finanziari) che operano in un’area grigia contribuendo ad aumentare tale permeabilità.

Dall’intervento di Parbonetti è emerso come l’economia criminale, nella gran parte dei casi, non sia facilmente riconoscibile come tale, ma tenda ad assumere le vesti presentabili, e anche accattivanti, di imprese di successo, che agiscono a tutti gli effetti come normali operatori economici; ciò rende difficile poter individuare in modo preventivo gli interessi criminali e mafiosi che si celano dietro questa facciata. Inoltre intorno a tali interessi viene costruita e distribuita su tutto il territorio nazionale l’intera filiera degli operatori economici, in modo da creare quasi un circolo chiuso costituito da un sistema di imprese tutte fra loro collegate e funzionali all’espansione criminale.

Di fronte ai fenomeni e alle modalità descritte l’attenzione degli operatori economici (in primis il mondo della finanza e le organizzazioni imprenditoriali di categoria), della politica e della stessa opinione pubblica appare ancora in molti casi insufficiente.

Va detto ad ogni modo che il numeroso pubblico presente in sala si è mostrato molto attento e interessato ai temi trattati, animando il dibattito che è seguito agli interventi dei relatori.

 

Il programma di iniziative proseguirà venerdì 8 febbraio alle ore 20:30 presso la sala Rossini del Caffè Pedrocchi a Padova con un convegno dal titolo “Il ruolo della finanza nel contrasto della criminalità organizzata” e venerdì 22 febbraio alle ore 20:30 presso la Sala Anziani di Palazzo Moroni con un altro convegno dal titolo “Agromafie e caporalato in Veneto”.

Infine giovedì 28 febbraio alle ore 20:00 presso la Parrocchia S. Giovanni Bosco (via Adria, 2 a Padova) ci sarà una Cena della legalità con i prodotti di Libera Terra (i posti sono limitati; per prenotazioni: tel. 049/685753 oppure mail cortiebuoni@cortiebuoni.it).